L’oro, da qualche anno, sta rientrando dal suo massimi storico raggiunto tra il 2011 ed il 2012 in concomitanza con i massimi dello spread dei tassi di interesse tra paesi periferici dell’area Euro e Germania.
All’epoca la crisi economica ancora vicina e la necessità di trovare un rifugio dal diffuso degrado del merito di credito sospinse la quotazione dell’oro (bene rifugio per eccellenza) sino a quota 1850 dollari per oncia.
Ora i mercati si sono normalizzati ed il prezzo del metallo giallo è sceso sino ai livelli attuali e, da qualche mese scambia in un range compreso tra i 1050 ed i 1300 dollari per oncia.
La quotazione oro minima è stata toccata soltanto ad inizio del gennaio di quest’anno, ma il supporto a 1045 dollari ha retto ed anzi si è assistito ad un’impennata delle quotazioni sino a quota 1300 dollari l’oncia.
La prossima resistenza è fissata a quota 1325, superata la quale c’è spazio per una scalata sino a 1400 dollari l’oncia. Potrebbe essere una buona occasione per chi punta a qualche guadagno nel breve termine, anche considerando la possibilità di un rafforzamento del dollaro, valuta di quotazione dell’oro sui mercati internazionali, che favorirebbe chi prende una posizione lunga sul mercato in questo momento.
L’investitore con un ottica al lungo periodo ha una buona occasione per mettere un po’ di oro nel proprio portafoglio ad un prezzo non particolarmente elevato.
Consideriamo comunque che solitamente chi è portato ad investire in oro fisico, deve costantemente controllarne la quotazione ed è abituato ad attendere anche periodi di tempo abbastanza lunghi per poter trarre profitto da quest’investimento.
Tuttavia la componenti di metalli preziosi non è da sovrappesare considerando che i tassi di interesse nell’area euro non sono previsti in aumento nel breve e l’inflazione rimane attorno allo zero. Nemmemo il mercato americano offre chiari segnali di ripresa dell’inflazione e la FED ha lasciato intendere che nel corso del 2016 potrebbe esserci soltanto un aumento del tasso di riferimento.