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Cos’è la liquidazione IVA?

La trasmissione delle comunicazioni trimestrali delle liquidazioni Iva è stato introdotto come obbligo dal Decreto Legge n.193 del 22 ottobre 2016. L’ultima comunicazione con le indicazioni dei dati da fornire tramite il nuovo invio telematico è stata pubblicata lo scorso 27 marzo 2017.

La comunicazione trimestrale Iva deve essere trasmessa per via telematica dall’intestatario di Partita Iva o dal suo intermediario attraverso il portale online fatture e corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate.

Quest’ultimo provvedimento è una sorta di vademecum con le istruzioni di ciò che va dichiarato entro i due mesi successivi a ogni trimestre. Unica eccezione per il secondo trimestre, che si può presentare il 16 settembre, e non agosto come sarebbe la regola.

Chi la deve presentare?

I soggetti obbligati a trasmettere per via telematica il modello per la comunicazione dei dati della liquidazione IVA trimestrale sono i titolari di Partita IVA, quali ad esempio: imprenditori, artigiani e commercianti, agenti di commercio e rappresentanti, lavoratori autonomi, professionisti iscritti o no agli albi professionali. Società di persone, società semplici, Snc, Sas, Studi Associati e Società di capitali (Spa, Srl, Soc. Cooperative, Sapa, Enti pubblici e privati diversi dalle società). Istituti di credito e gli intermediari finanziari, società fiduciarie ed Enti non commerciali.

Sono esonerati invece i contribuenti nel regime minimo e forfettario, i produttori agricoli in regime speciale, i soggetti esonerati e quelli esclusi dalla Dichiarazione Iva annuale. Chi non ha crediti di imposta da fruire e i soggetti che hanno effettuato solo operazioni esenti.

Come preparare i file aiutati dai software

La comunicazione deve contenere i dati del dichiarante, i dati delle operazioni di liquidazione IVA effettuate in quel trimestre, e i dati del soggetto a cui la partita IVA appartiene. Questo file può essere compilato a mano o con l’aiuto di un software esterno a quello dell’Agenzia delle entrate, purché ovviamente includa tutti i dati richiesti e le specifiche tecniche. Affidarsi a un software permette di essere sicuri di aver compilato ogni voce necessaria e compatibile con le direttive.

Una volta compilato il file con tutti i suoi dati va firmato digitalmente con tre modalità tra cui scegliere:

  1. Il certificato di firma qualificata, che viene rilasciato da un’autorità di certificazione riconosciuta.
  2. Il nuovo servizio di firma elettronica basata sui certificati rilasciati dall’Agenzia delle Entrate.
  3. La funzione di sigillo, che si trova sulle piattaforme di Desktop Telematico ed Entratel Multifile.

Un unico file da trasmettere o più di uno?

La comunicazione di liquidazione IVA può essere effettuata con una trasmissione del singolo file o in una cartella compressa che li includa tutti. La firma in questo caso può trovarsi all’interno della cartella o alla fine di ogni file.

Ci sono due modi per trasmettere il file completo all’Agenzia delle Entrate. Il primo è quello di utilizzare la funzione di trasmissione nell’interfaccia Fatture e Corrispettivi. Il secondo è utilizzare uno dei canali già accreditati per la fatturazione elettronica o, terza opzione, accreditare un canale di interazione specifico alla trasmissione comunicazioni Iva e dei dati di fattura.

Imu restituita alle famiglie in difficoltà

Ormai sembra fanta-politica eppure le notizie che trapelano dal governo sembrano essere confermate. L’oggetto della discussione è ancora una volta l’Imu, anche dopo il voto politico. La provocazione nasce dal sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo che sostiene che l’extra-gettito derivante dall’Imu potrebbe essere restituito ai cittadini a sostegno dell’economia “domestica” delle famiglie italiane.
Ecco testualmente le parole di Polillo: ”confermo: i 4 miliardi in più pagati dagli italiani potrebbero tecnicamente essere restituiti perché non esiste che lo Stato incameri il gettito aggiuntivo di un’imposta senza dare spiegazioni al Paese”. L’uscente governo Monti, infatti, si attendeva un’entrata alle casse dell’Erario di circa 20 miliardi di euro che invece si sono rivelati essere ben 24. Cosa fare di questi 4 miliardi in più?
Bè, l’occasione è ghiotta nel senso che un eventuale nuovo governo potrebbe restituire un po’ di soldi agli italiani senza manomettere i conti del Paese. Insomma, un’operazione diciamo “simpatia” che potrebbe aiutare il governo nascente ad essere ben visto dagli italiani. Questa operazione potrebbe essere infatti sostenuta da tutti i partiti che, in campagna elettorale, hanno cavalcato l’onda della riduzione dell’Imu seppur con modalità diverse, e quindi: Pd, Pdl, Movimento 5 Stelle e lista Monti.
Andranno fatte però delle opportune distinzioni. Infatti, diversi Comuni italiani si stanno muovendo nello stabilire dei piani di restituzione dell’Imu. Questo progetto però potrebbe riguardare soltanto le famiglie in difficoltà economica e quindi, in seguito alle verifiche del Comune di pertinenza, a chi sarà ritenuto meritevole di aiuto.
Riteniamo, tuttavia, che pur apprezzando l’operazione vada definitivamente chiarito il meccanismo della tassazione Imu in modo che gli italiani siano per tempo ben informati delle imposte dovute.
Per approfondimenti www.finanzamilano.it