I prezzi al consumo a Forlì

I prezzi al consumo sono in questi giorni al centro dell’attenzione generale: infatti l’ISTAT ha appena diffuso gli indici utili per il calcolo dell’inflazione, indici che rappresentano lo strumento statistico per misurare le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi – il cosiddetto paniere – rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno.
La Camera di Commercio di Forlì-Cesena, che svolge da tempo un servizio di monitoraggio di dati economici, base indispensabile per valutazioni e scelte per il governo del territorio, ha elaborato un’analisi prendendo a riferimento per Forlì, in particolare, l’indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI, al netto dei tabacchi) utilizzato abitualmente per le rivalutazioni monetarie, dei canoni di affitto e degli assegni di mantenimento al coniuge.
Dall’analisi emerge che nel capoluogo di Forlì l’aumento medio di tale indice nell’anno 2010, rispetto all’anno precedente, è stato pari all’1,1%; il corrispondente aumento su scala nazionale è stato invece pari all’1,6%.
Dunque l’incremento medio dei prezzi al consumo, a Forlì nel 2010, è stato sensibilmente minore di quello medio nazionale.
Osservando l’andamento dei vari capoluoghi di provincia italiani, in base all’aumento medio dei prezzi al consumo FOI, Forlì si colloca fra quelli che hanno registrato aumenti di intensità minore (a titolo indicativo l’aumento maggiore, pari al 4,2%, si è registrato a Caltanissetta). Tra i capoluoghi dell’Emilia-Romagna che hanno registrato aumenti maggiori rispetto a quello rilevato a Forlì si evidenziano: Rimini e Parma (+1,8%) e Modena (+1,2%). Un aumento simile a quello rilevato per Forlì (l’1,1%) è stato registrato a Piacenza e Ferrara.
Va sottolineato che l’elaborazione non è possibile per tutti i comuni capoluoghi di provincia italiani ma solo per quelli che concorrono al calcolo dell’indice e per i quali sono disponibili sia i dati 2009 che 2010.
Sempre riferite a Forlì, per quanto riguarda l’aumento dei prezzi per i singoli capitoli di spesa, le voci che hanno fatto registrare nel 2010 l’aumento più elevato sono stati i “trasporti” (+3,1%); seguono le “bevande alcoliche e tabacchi” (+2,9%), “abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili” ed “altri beni e servizi” (entrambi +2,3%) e l’”istruzione” (+2,1%).
Aumenti più contenuti rispetto a quello medio del capoluogo sono stati registrati per i “servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,9%), “mobili, articoli e servizi per la casa” e “ricreazione, spettacolo e cultura” (entrambe le voci col +0,6%) e da “abbigliamento e calzature” (+0,4%). Registrano invece una diminuzione le voci “comunicazioni” (-1,3%) e “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,7%).
Stabili infine i “servizi sanitari e spese per la salute” (+0,1%).

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